Le notizie riguardanti questa dimora sono, almeno per me, molto scarne. Probabilmente venne edificata nel '600 come seminario
arcivescovile estivo per aspiranti sacerdoti,
di notevole fattura sono gli affreschi murali anche se ormai divorati dall'incuria e dall'abbandono.
Sul soffitto del salone spicca la primavera a ricordarci che le stagioni si incalzano una con l'altra e dettano implacabili lo scorrere del tempo.
Il cortile è ormai proprietà degli arbusti e dei rovi che nascondono quella che doveva essere una bellissima facciata
dalla quale tramite due splendide scalinate si accedeva alla proprietà che si narra abbia ospitato il baritono Titta Ruffo ed il più celebre operista di sempre Giacomo Puccini.
Non è difficile capire il motivo per il quale sia stata chiamata la Villa degli specchi gemelli, padroni assoluti dell'ingresso e che, almeno per ora, hanno resistito a tutto ed a tutti.