Le maestose strutture industriali abbandonate mi affascinano in maniera non normale e vorrei potermici immergere totalmente per viverle e fotografarle nella loro essenza.
Forse è proprio per questo che dopo una esplorazione di qualche anno fa, durante la quale non avevo intravisto il pur minimo spiraglio per entrare,
decisi di mettere da parte la mia "ansia" fotografica e di riprovare in seguito.
A distanza di quasi due anni una nuova esplorazione mi ha portato a concludere che qua, come in una fortezza inespugnabile, non si entra e forse è bene così, gli abbandonati per coloro che riescono ad ascoltarli si concedono anche dall'esterno.
Ricostruito nel 1948 dopo essere stato devastato nel 1944 dai guastatori tedeschi in ritirata, è stato negli anni '60 il più grande molino italiano con una potenzialità di macinazione
giornaliera di circa 600 t. ed uno stoccaggio rispettivamente di 2200 e 4800 t. di grano e farina.
Resto, per un tempo indefinito, immobile ad osservarlo, con la sua storia e la sua potenza strutturale riesce facilmente ad ipnotizzare gli esploratori dell'abbandono.
Inarrestabile, come sempre, giunge il momento di riprendere il cammino, un poco di malinconia mi segue...cosa darei per potermi immergere nei suoi visceri.