E' molto facile trovare notizie sull'estrazione della Calcarenite nell'isola di Favignana, attività che insieme alla pesca ed all'agricoltura è stata per secoli fonte di sostentamento degli isolani.
Tra il 1700 ed il 1950 ebbe il massimo sviluppo fino a quando gli alti costi del trasporto marino e
l'avvento di nuovi materiali per l'edilizia ne decretarono la fine.
E' molto difficile invece percorrere queste enormi grotte, squadrate da anni di duro lavoro, ed i loro infiniti labirinti provando solo ad immaginare come trascorresse la vita dei tagliapietre,
i "pirriatura", alla luce di una flebile fiamma di acetilene abbarbicati sulle pareti da loro stessi modellate, sempre più dentro le viscere della roccia per trovare il tufo migliore, pagati a seconda del numero di blocchi che riuscivano a consegnare e quindi costretti a lavorare,
con pochi attrezzi manuali, per 12-14 ore al giorno.
Il mare davanti è stupendo ma non ho voglia di tuffarmi nel blu, mi voglio tuffare nel sudore, nella polvere, nella fatica, voglio immergermi nelle sensazioni che i cavatori,
i manovali, i carrettieri provavano nell'oscurità delle loro giornate, entro e comincio a nuotare nel tempo.
La torcia frontale si sta affievolendo e mi suggerisce un graduale ma obbligato ritorno verso la luce ed il mare, molte emozioni porterò con me e credo proprio che non sarà facile dimenticarle.