Per chi guarda solo con gli occhi è rimasto ben poco, per tutti gli altri la chiesa di Rigosa di Roccabianca, dedicata a San Carlo, riesce ancora ad offrire intense sensazioni ed emozionanti inquadrature,
come se paradossalmente l'abbandono ed il lavoro del tempo fossero diventati un valore aggiunto.
Probabilmente la sua inconsapevole ma infelice collocazione, vicino agli argini della confluenza tra i fiumi Taro e Po, ha contribuito molto al suo ormai irreversibile destino,
la zona è soggetta ad allagamenti che la trasformano in una cattedrale non nel deserto ma nella palude.
L'edificio è ormai prossimo all'implosione e forse solo la vegetazione che l'ha abbracciato in modo morboso contribuisce a tenerlo ancora eretto, per questo è assolutamente sconsigliato entrare al suo interno che sarebbe meglio chiamare
semi-interno visto che alzando lo sguardo è possibile osservare il cielo illuminarsi tra cornici di travi cadenti.
Mi accingo a riprendere il cammino, l'esplorazione mi ha lasciato una lieve e tenera felicità, mi volgo un ultima volta verso la chiesa,spero di sbagliarmi ma credo che il saluto possa essere solo un languido addio.
Potete seguirci anche su
