Gli epitaffi mi hanno sempre suscitato una coinvolgente attrazione.
Che siano all'interno di dimenticate cappelle familiari o di piccoli cimiteri ormai fuori dalla rotta dei viventi,
quando gli incontro provo ad ascoltarli cercando di conoscerli, immaginando la dolorosa fatica esistenziale che qualcuno ha subito nello scrivere parole
per far si che un proprio caro restasse ancora un poco tra coloro che lo hanno amato e che la sua impermanenza non sparisse senza lasciare impronte.
Niente è per sempre, nemmeno un epitaffio, ma vorrei che tutti ne avessero uno.
Lasciando questi luoghi mi viene sempre in mente ciò che lessi molti anni fa sulla tomba di W.B.Yeats (1865–1939), poeta irlandese e Premio Nobel della Letteratura nel 1923.