Non cercate la strada per arrivarci, non esiste, non cercate le vie che percorrevano il borgo, si sono estinte.
Una quarantina di case divorate ed ormai deglutite dalla vegetazione, nemmeno con il drone si riesce a capire quale fosse la struttura del borgo dalla storia millenaria
le cui stanze sono ora abitate da rigogliosi cespugli, enormi radici e grandi alberi che rendono la sua esplorazione un viaggio nella giungla dove anche
la luce trova difficile accarezzare gli edifici o ciò che ne resta.
Il suo declino ha storia antica, già dai primi del '800 iniziò a spopolarsi presumibilmente
per la sfavorevole ubicazione ed il venir meno della sua funzione strategica e difensiva e nel secondo dopoguerra l'abbandono venne completato.
Se volete perdervi nel silenzio e nella penombra del passato questo è il luogo giusto.
L'esplorazione è stata piacevole, qualcosa ci siamo persi, del resto la precarietà strutturale di ciò che è rimasto in piedi sconsiglia di spingersi olte i limiti
del buonsenso che ogni visitatore di luoghi abbandonati dovrebbe avere, insieme al rispetto, nel suo zaino.
Riprendo il cammino con la malinconica e piacevole nostalgia che spesso mi accompagna lasciando questi luoghi e
non faccio fatica a ricordare un pensiero di Rainer Maria Rilke: "Noi viviamo per dire sempre addio."