Puntare un uccello fermo su un posatoio o sul terreno ed aspettare che decida di involarsi seguendone il movimento è relativamente semplice, ma vederlo girovagare per il cielo oppure attraversare velocemente il tuo angolo di campo richiedono, fotograficamente, una perfetta sintesi tra abilità, luce e fortuna, se poi, come me,
spesso ti trovi dentro un auto mimetizzata o un angusto capanno portatile le limitazioni al movimento ed alla visione esterna complicano ulteriormente le cose.
Soggetti troppo scuri, bruciati, micromossi o amputati di alcune loro parti, cieli scoloriti o innaturalmente saturi, riflessi impossibili sulla cresta del mare, e poi la madre di ogni fotografia, l'inquadratura.
Nessun uccello si metterà mai in posa per voi e nemmeno voi sarete, quasi mai, nel punto dove avreste voluto essere.
Fotografare gli uccelli in volo è per me un esperienza assolutamente esaltante ed emozionale e mentre gli osservo solcare il cielo o navigare il mare mi vengono sempre in mente alcuni versi della poesia Come per miracolo di Jacques Prévert (1900-1977).
"...Allora come per miracolo / Passano in cielo uccelli di passaggio / Che passano così / Come per miracolo / Degli uccelli di passaggio che vanno verso il mare / Altissimi volando / Sopra la casa di pietra / Dove l'uomo e la donna / Come per miracolo / Fanno l'amore / Uccelli di passaggio sorvolano il giardino / Dove come per miracolo l'arancio culla le sue arance / Nel vento del mattino..."