Sanatorio Banti

Con maestosa potenza emerge dal folto bosco che lo sta ingoiando


esplorazione settembre 2020 - on line febbraio 2024

Luogo: Toscana – Tipologia: Ospedale – Anno di costruzione: 1939 – Anno di abbandono: 1989 – Stato attuale: Instabile, pericolo+++++

Tra le faccende domestiche quella che più mi attira è spolverare e così durante un paio di lunghe giornate piovose, armato di panno ed aspirapolvere, ho deciso di dare una bella pulita a delle vecchie cartelle di fotografie urbex che giacevano nel mio PC completamente sommerse dalla polvere.

Mi sono improvvisamente ritrovato nel settembre 2020 in piena tempesta pandemica quando tra un lockdown e l'altro ci si precipitava fuori tenendo ben lontano altri bipedi e soprattutto fremendo ad ogni colpo di tosse altrui. Per questo motivo non entrai al Banti, delle persone trovate davanti al cancello avevano avuto la mia stessa idea, scavalcarlo, ma un paio di potenti colpi di tosse di alcuni di loro mi fecero accendere il drone, ad anche se nei suoi oltre 13000 metri quadrati probabilmente non ci saremmo mai incrociati, pensai che ci sarei ci tornato in un altro momento, perfetto non sono mai più stato.

Inaugurato nel 1939 quando la Tubercolosi stava ancora mostrando tutta la sua forza e le terapie principali erano l'altitudine, la ricchezza di boschi e la salubrità dell'aria divenne ben presto centro di eccellenza per la cura della TBC e punto di riferimento architettonico per gli edifici ospedalieri del tempo essendo stato costruito interamente in cemento armato.

Con il miglioramento della terapia antimicrobica e la diffusione della vaccinazione antitubercolare venne, nel dopo guerra, lentamente trasformato in ospedale polifunzionale e così arrivò al 1989 quando per motivi a me non noti cessò le sue funzioni sanitarie diventando centro di accoglienza per varie comunità di stranieri. Molti furono i progetti che lo videro coinvolto ma essenzialmente fu dimora e rifugio per sbandati e girovaghi senza tetto.
Sembra che attualmente siano in corso dei lavori di bonifica anche se resta un mistero quale destino lo accoglierà.

Ripensandoci sono un pò dispiaciuto di non esserci entrato ma a guidarmi fu il mio istinto ed allora niente rimpianti, restano i ricordi e le emozioni di un bel volo con il drone che mi ha permesso di vedere il Sanatorio Banti emergere con tutta la sua potenza dal folto bosco che lentamente cerca di ingoiarlo.



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