Ho scoperto dopo che avrei anche potuto raggiungerla comodamente in auto, ma nessun rimpianto, la faticosa camminata in salita contro il vento gelido, mi ha ben preparato all'esplorazione della villa polìcroma ed alla sua festa dei colori.
Un edificio padronale circondato da altre abitazioni in cima alla collina e le numerose botti di legno e di vetro presenti nelle cantine lasciano pensare che fosse una sorta di fattoria dove ci si dedicava alla viticoltura accompagnandola con un elegante e raffinato gusto per il colore che con delicate tonalità diverse,
riempie e da vita alle sue stanze.
Attraversare la villa o almeno quello che resta è come percorrere un pericoloso caleidoscopio dove, tra pavimenti crollati e travi in precario equilibrio, appaiono suggestivi angoli in armonia cromatica tra di loro che riempiono l'animo del viandante dell'abbandono e continuano a sostenere e raccontare l'esistenza di questo luogo e di chi lo ha creato e vissuto.
E' giunto il momento di riprendere il cammino, in discesa e con il forte vento alle spalle non sarà anche questa una rilassante passeggiata.
Nella mia mente infreddolita appare il famosissimo quadro Donna con cappello di Henri Matisse (1869-1954) che ebbe a dire “Il colore soprattutto, forse ancor più del disegno, è una liberazione.”
Prima di salire in auto mi inchino davanti al maestro e da lontano saluto la villa policroma e la sua festa dei colori.