La villa delle vetrate colorate

Bella fuori e bellissima dentro, oserei dire il paradiso dell'abbandono. Non voglio essere frainteso e negare la malinconia che trasmette e le storie di vita, spesso dolorose, che racconta ogni luogo lasciato al lavoro del tempo, ma qua il trascorrere degli anni ha donato alla villa quell'intrigante sapore di passato che accompagna la solitudine senza essere soli.

Tutto è nel posto giusto, le mura decadenti e sfiorite, i drappeggi logori e lacerati, il mobilio stanco ma vivo, i pavimenti quasi cancellati da foglie e detriti, persino la polvere e le enormi ragnatele sono perfette.

Non ho nessuna informazione, l'hanno chiamata la villa dell'ambasciatore forse per alcune piccole bandiere che si mostrano sopra il tavolo del salotto, ma è attraversando lentamente i suoi spazi e salendo all'ultimo piano che si penetra completamente l'essenza del luogo e godendo del caleidoscopio, che tre sontuose finestre con vetri colorati mi regalano entrando nella piccola stanza in cima alla torretta, non potevo che chiamarla la villa delle vetrate.

Questa volta è diverso e sosto a lungo al suo interno, non mi bastano le emozioni istintive ed immediate che sempre mi accompagnano durante le mie esplorazioni e che rendono breve ed intenso il mio percorso, ho bisogno di immergermi più volte nella sua atmosfera ed ogni respiro, ogni passo è un fluire continuo di profonde e coinvolgenti sensazioni, è la prima volta che sono l'ultimo ad uscire.