Si narra che si aggirino ancora tra le sue numerose stanze vuote le anime dei soldati tedeschi che la occuparono nel settembre del 1943 e che si possano udire i lamenti di una bambina malata uccisa dalla madre nella stanza
con le pareti blu che si trova al secondo piano.
Venne edificata in perfetto stile architettonico del secondo impero francese, gettando le fondamenta direttamente sulla nuda roccia collinare, dal marchese Giuseppe Pallavicino Mossi che ne fece la propria residenza estiva. 21 camere, 10 bagni, saloni, biblioteca, cappella privata, cantine, mansarde ed una splendida scalinata di marmo
che invita il viandante dell'abbandono a sedersi sui suoi gradini ed ascoltare la storia, i misteri e le leggende che la villa riesce ancora a raccontare.
Dopo la fine della guerra continuò ad ospitare i discendenti della nobile famiglia fino al 1995 quando, con la morte dell'ultima erede la contessa Bianca,venne venduta cambiando più volte i proprietari e sottoposta
a vari tentativi di ristrutturazione che a quanto sembra non sono riusciti a darle una nuova vita.
L'esplorazione è accompagnata dal silenzio che amplifica il vuoto dei suoi spazi e crea la giusta atmosfera per chi la osserva anche attraverso il mirino di una fotocamera.
Come da "regolamento" che ci siamo dati, mia moglie ed io non restiamo molto al suo interno e presto riprendiamo il cammino portando con noi le magnifiche sensazioni che la villa del marchese Pallavicino Mossi ci ha voluto regalare.