Appena entrato ho subito capito che tra il lampadario, la luce e me non vi sarebbe stata molta empatia.
Non si può dire che sia bello ma sicuramente è affascinante e soprattutto ingombrante, ovunque tu vada puoi percepire la sua presenza ed avere la sensazione che i dodici braccetti che portano le lampadine siano come tentacoli di una piovra pronti a
seguirti ovunque ed a controllare il tuo corpo e la tua mente, beh forse un poco sto esagerando...
Niente conosco di questa dimora di campagna immersa tra i campi coltivati e lontana da tutto e da tutti, sicuramente un luogo dove si lavorava ogni giorno duramente la terra e poi stremati dalla fatica tornare a casa ed accendere
l'enorme lampadario che ancora oggi è l'assoluto padrone della villa.
L'esplorazione è piacevole e le prime sensazioni hanno presto saturato il mio spirito non lasciando spazio ad altro e direi per fortuna perchè fotograficamente parlando c'era il grosso rischio che la belva lampadario
non ti concedesse altro all'infuori di se trascinandoti nella sfida senza fine tra lei, la luce ed il tuo occhio.
Riprendendo il cammino mi viene da pensare che mi sarebbe piaciuto vedere le sue lampadine illuminare, avvinghiandoli, i tentacoli per poi librarsi nella casa ascoltando la vita di coloro che qua hanno percorso la propria esistenza.