La casa che attende

Settanta anni da quell'ultima volta


esplorazione marzo 2023

Luogo: X – Tipologia: Casa – Anno di costruzione: Non noto – Anno di abbandono: Inizio anni '50 – Stato attuale: Degrado, pericolo+++++

Molto spesso esplorando una abitazione abbandonata trovo difficile capire il senso del nome con il quale chi ci ha preceduto ha rinominato il luogo, non è questo il caso, poche parole raccontano la sua storia e le vibrazioni che trasmette a coloro che hanno il privilegio di incontrare la casa che attende.

E' una soleggiata ma fredda mattina invernale dei primi giorni di marzo, la strada è lunga e complicata, l'ultima neve fa bella mostra di se ed anch'essa racconta come dovesse essere non facile l'esistenza sulla collina dove un manipolo di case giace inerme nell'assoluto silenzio lontano dal mondo.
Appena entrato, nonostante il tempo abbia lasciato tracce profonde, mi colpisce una sensazione strana, ritratti di bambini felici, piccoli fondamentali oggetti della vita quotidiana, letti e divani corrosi dalla solitudine sembra che stiano solo aspettando che qualcuno, da un momento all'altro come se niente fosse accaduto, riavvolga il film della vita e riprenda da dove aveva lasciato.

Si narra che fosse dimora di una ricca e numerosa famiglia della zona, alcuni membri migrarono in Inghilterra poco prima dell'inizio della seconda guerra mondiale per poi essere raggiunti dagli altri nei primi anni '50. Ad attendere il tempo nella casa restarono solamente gli anziani, forse troppo stanchi e prossimi al perenne tramonto che decisero di aspettarlo ancorati alle loro radici, seduti sul divano davanti al caminetto parlando con le foto dei bambini ormai lontani, una fitta corrispondenza come cordone ombelicale mai reciso.

1914 è impresso sopra i caminetti forse l'ultima ristrutturazione e le ultime lettere portano la data 1952 probabilmente quella dell'inizio dell'oblio e da allora la casa che attende è rimasta sola con i suoi ricordi che nessuno verrà più a cercare.

E' il momento di riprendere il cammino, questa volta mi sono soffermato a lungo nel suo intimo, ad un certo punto non mi interessava nemmeno più scattare fotografie ma soltanto stare insieme a lei e farle un poco di compagnia, settanta anni di solitudine e di attesa l' hanno provata, esco ed i miei scarponcini affondano nella soffice neve, le orme verrano cancellate dalla primavera incombente ed i prati circostanti si riempiranno di fiori, mi piace pensare che sarà primavera anche per la casa che attende.





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