Non fatevi ingannare dal nome e tenete a freno la vostra fervida immaginazione qua il famoso Nomen omen va interpretato esattamente al contrario,
del resto da una abbazia che fu il primo insediamento italiano dei monaci Trappisti non ci possiamo aspettare che assoluto rigore e disciplina.
Dopo varie vicissitudini ed un susseguirsi di diversi ordini monastici è nel 1705 che all'abbazia del Bono-Solatio (ben soleggiata), totalmente ricostruita per soddisfare le esigenze dei nuovi ospiti da Cosimo III de' Medici, arrivano,
per volere dello stesso Granduca, i Cistercensi della stretta osservanza tra le quali regole vi erano la pratica del silenzio,
il lavoro manuale, nessuno svago, pochissima corrispondenza e divieto totale del consumo di pesce e di vino.
Posso tranquillamente asserire, senza paura di essere smentito, che non avrei mai potuto essere un Trappista.
Soppressa alla fine del 1700 dal granduca Pietro Leopoldo venne in parte ceduta a dei privati e in parte ai frati Camaldolesi fino a che nel 1990 la proprietà fu in toto alienata a soggetti privati e così tuttora giace in un precario equilibrio strutturale
che rende l'esplorazione di questo luogo assolutamente pericolosa e sconsigliata
La struttura è veramente molto grande ma proprio a causa delle sopracitate condizioni ne percorro solo una piccola parte ma ciò basta a regalarmi una piacevole sensazione mistica amplificata anche dal silenzio e dal bellissimo paesaggio che avvolgono il Buonsollazzo,
certo non potersi gustare al tramonto un bel bicchiere di vino deve essere stata molto dura per i Trappisti e chissà se proprio tutti abbiano osservato fino in fondo la regola.
Riprendo il cammino non senza prima aver visitato l'abbazia dall'alto e la tentazione di mandare il piccolo drone ad esplorare le sue parti inaccessibili è stata molto forte ma queste sono azioni da veri Top Gun... io sono un semplice viandante dell'abbandono.