Curve convesse e concave, sporgenze, rientranze, seni e coseni, rotondità, scale ondulate e corridoi tortuosi, senza dimenticare una splendida torretta che fa letteralmente girar la testa, beh non è difficile capire perchè l'ho chiamato il palazzo sinuoso.
Oltre a questo spettacolo di trigonometria ciò che colpisce è la sua posizione nel centro di un piccolo paese alla sommità di una lieve collina, circondato da un grande parco e la totale assenza di informazioni,
nessuna mappa lo nomina eppure come dice un antico proverbio della mitologia basca, che mi piace spesso ricordare, Izena duen gutzia omen da, tutto ciò che ha un nome esiste.
La vegetazione non lascia intravedere quasi niente, il freddo non invoglia alla conoscenza ed è stata una lunga giornata di esplorazioni, entro pensando che forse sarebbe stato meglio rivolgere la prua verso casa, avrei fatto un imperdonabile errore.
Il palazzo sinuoso, pur mostrando il suo totale degrado e le sue profonde cicatrici esistenziali, è ancora in grado di sorprendere il viandante dell'abbandono e con la complicità di una intrigante luce del tramonto, che dipinge le sue curve improbabili,
ti fa dimenticare il tempo e volare nell'ignoto passato che anche l'oblio trova difficile cancellare.
Uscendo mi accorgo che l'oscurità ha preso possesso della scena, è arrivato il tempo di mollare gli ormeggi, alzare le vele e puntare la prua verso sud, il buio sarà il nostro compagno di viaggio.
Addio palazzo sinuoso abbi cura delle tue curve.