Il cimitero della Castagna

Soffia forte il vento quando inizio a salire le vetuste e decadenti scale che portano alla parte alta, quella più antica e dimenticata, del cimitero della Castagna.
Soffia forte il vento insinuandosi tra lapidi e tombe crollate ed accarezzandole si trasforma in fragorosi e dolci sussurri che avvolgono il viandante dell’abbandono e le sue sensazioni.

Il silenzio è increspato dal rumore che fanno i miei scarponcini calpestando rami e foglie secche che sono dovunque, ricoprono nomi, foto, statue, invadono cappelle aperte ormai logorate dal tempo, vago senza meta tra gli incerti e quasi nascosti sentieri del cimitero, non sono qua venuto a trovare qualcuno, sono venuto a trovare tutti, a cercare di mitigare l’oblio trasformandolo in memoria.

Fotografare il bosco non è mai cosa semplice, e qua è ancora più complicato, lame di luce abbagliante trafiggono l’oscurità dalla quale emergono, in confuso ordine, logore e frantumate forme di pietra e marmo, sono la storia indelebile del cimitero della Castagna.

Lassù in alto non ho incontrato nessuno ma ho visto “molti” ascoltare il soffio del vento pronunciando fragorosi e dolci sussurri, riprendo il cammino lentamente e mi allontano sereno come dopo aver salutato degli amici mai conosciuti.