Cercavamo tutt'altra cosa, le lunghe e complicate ricerche sul web ci avevano portato ad un luogo, non distante da questo, e davano concrete speranze che fosse quello da noi ambito.
Una piacevole escursione nel bosco avrebbe da sola dato un senso alla giornata ma non era questo ciò che volevo, a parte il fatto che preferisco camminare sul mare, forse ho esagerato...vicino al mare.
Intravediamo l'obiettivo tra le cime degli alberi e iniziamo l'ultima salita, la fatica è offuscata da quella visione, tutto combacia alla perfezione e penso: "che gran botta di c... trovata al primo tentativo".
Non avendo foto esterne di riferimento ci affidiamo a ciò che siamo riusciti a capire, le giriamo intorno, osserviamo i dettagli, caspita combacia tutto o quasi. Mi avvicino al portone ed immediatamente, anche senza toccarlo, capisco che è stata una piacevole bucolica camminata, non è il luogo che cercavo.
In genere partendo per delle esplorazioni non proprio vicino casa cerco di prepaparmi un piano B e se possibile anche un piano C, questa volta niente tanto ero sicuro della meta.
Per vari motivi mai andare da soli, recita un mantra dell'urbex, il piano B lo aveva una coppia di amici, il cementificio colorato.
Il cielo è un perfetto soft box e genera una luce magica che si insinua nei meandri dei capannoni ed avvolge i colori dei serbatoi e dei macchinari
dando nuova voce e vita a tutta la struttura, manca solo il suono del lavoro ma non è difficile sentirlo.
A volte capita di tornare a casa senza immagini e senza emozioni, oggi non mi sono negato nulla il cementificio colorato mi ha elargito ciò che sempre cerco esplorando i luoghi abbandonati.