Corridoi verso la pazzia


Un oscuro percorso all'interno della mente umana



Luogo: XAnno di costruzione: 1887Anno di abbandono: 1978Stato attuale: Altissimo pericolo di crolli

Esplorazione da evitare assolutamente per le pessime condizioni strutturali, pericolo di implosione imminente

Attraverso i pericolosissimi ed oscuri corridoi sui quali si affacciano porte e finestre con robuste inferriate che impediscono al corpo ed alla mente di librarsi in volo e mi vengono in mente alcune considerazioni che lessi molti anni fa di Franco Basaglia, lo psichiatra che cambiò radicalmente l'approccio alla malattia mentale restituendo la dignità a coloro che ne fossero colpiti.

"Dal momento in cui oltrepassa il muro dell'internamento, il malato entra in una nuova dimensione di vuoto emozionale; viene immesso, cioè, in uno spazio che, originariamente nato per renderlo inoffensivo ed insieme curarlo, appare in pratica come un luogo paradossalmente costruito per il completo annientamento della sua individualità, come luogo della sua totale oggettivazione.

Se la malattia mentale è, alla sua stessa origine, perdita dell'individualità, della libertà, nel manicomio il malato non trova altro che il luogo dove sarà definitivamente perduto, reso oggetto della malattia e del ritmo dell'internamento.
L'assenza di ogni progetto, la perdita del futuro, l'essere costantemente in balia degli altri senza la minima spinta personale, l'aver scandita e organizzata la propria giornata su tempi dettati solo da esigenze organizzative che – proprio in quanto tali – non possono tenere conto del singolo individuo e delle particolari circostanze di ognuno: questo è lo schema istituzionalizzante su cui si articola la vita dell'asilo."
Tratto da La distruzione dell’ospedale psichiatrico, in Scritti 1953-1968. Torino: Einaudi, 1981.

Franco Basaglia (1924-1980), psichiatra e neurologo



Le mura, i soffitti ed i pavimenti di questi edifici grondano non solo dell’acqua che si incunea nelle loro paurose fessure ma anche, soprattutto, delle voci, dei lamenti, delle verità negate che gli ospiti hanno dovuto sopportare negli anni trascorsi, spesso vite intere, in questi spazi nei quali esisteva una sola libertà, quella di essere dimenticati da tutti e da tutto.

Nonostante la pericolosità estrema di queste strutture mi soffermo a lungo e lascio correre i miei pensieri e le mie emozioni, inciampo, cado e mi rialzo sporco di terra e detriti, esco incolume e riprendo il cammino portandomi dietro quei sussurri inascoltati.



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