Se per caso foste appassionati di fotografia degli infissi e magari anche di trekking e di storia la colonia Antonio Devoto potrebbe essere una vostra meta, anche per osservarla solo esternamente.
Antonio Devoto, nato a Lavagna, a metà del 1800 emigrò poco più che ventenne a Buenos Aires dove riuscì a ricavarsi un ruolo di primo piano nella vita pubblica e politica dell'Argentina.
Le sue enormi ricchezze, accumulate prima nel commercio e poi in svariati campi dell'industria e della finanza, non gli fecero mai dimenticare lo spirito filantropico che abitava il suo animo ed oltre a
finanziare numerosi progetti sociali nel paese che gli aveva dato ospitalità mai si dimenticò delle sue origini liguri
Agli inizi degli anni '30 venne edificata la colonia che porta il suo nome, maestoso edificio alle pendici del monte Zatta, 6 piani e 365 finestre rosse che imperiosamente emergono dalla foltissima faggeta che le circonda.
Fino alla fine degli anni '60 accolse migliaia di adolescenti indigenti ed orfani, per poi venire lentamente dismessa ed adibita,
per un breve periodo, a luogo di recupero di tossicodipendenti ed infine abbandonata completamente e lasciata naufragare nell'oblio dell'indifferenza.
Il cammino che porta alla colonia Antonio Devoto è intriso dei profumi del bosco e della storia, gli enormi faggi osservano incuriositi indicandovi il sentiero e quando finalmente l'edificio si erge davanti a voi non resta altro che sedersi ed ascoltare i racconti che le 365 finestre sussurrano senza sosta e non sarebbe strano vedere qualche ospite affacciarsi e salutarvi...
Attraverso la colonia in tutte le sue direzioni, i suoi spazi sono enormemente vuoti e pur mostrando chiaramente gli effetti dell'abbandono conservano il gradevole senso della buona ospitalità che ogni struttura del genere dovrebbe offrire.
La mattina è corsa via veloce offrendomi molte ed intriganti sensazioni e prima di allontanarmi per sempre mi volto indietro salutando con la mano, sono sicuro che qualcuno abbia ricambiato...