Ormai da molti anni la centrale termoelettrica non accende più le luci, dismessa negli anni '90 e sostituita da una più potente e moderna struttura, giace immobile in attesa di eventi, nel frattempo accoglie qualche viandante dell'abbandono che a proprio rischio e pericolo decide di andare ad ascoltarla
immergendosi in quelle sensazioni particolari che solo i siti industriali abbandonati sanno regalare.
Il luogo è estremamente pericoloso anche se, per gli amanti dell'archeologia industriale, offre scenari surreali e suggestivi che trasportano l'esploratore dentro la storia del fabbisogno energetico italiano e di tutte le sue implicazioni.
In termini tecnici era una centrale termoelettrica a bocca di miniera in quanto sfruttava l'estrazione di lignite i cui imponenti giacimenti erano già noti alla fine del XIX secolo ed usati per la produzione di acciaio, il loro progressivo esaurimento decretò anche il fine vita della struttura.
Attraverso i suoi spazi con estrema cautela cercando di controllare l'euforia fotografica ed emozionale che luoghi come questo sempre mi provocano.
Il sole è alto nel cielo, mi adagio sull'erba all'ombra delle sue maestose torri di raffreddamento ed assaporo con calma gli ultimi istanti che trascorro insieme a lei prima di riprendere il cammino.