Cava di Pietraforte


Il colore di Firenze


online marzo 2023

Luogo: ToscanaAnno di costruzione: Non notoAnno di abbandono: Non notoStato attuale: Degrado, pericolo+++

Non mi ero mai chiesto perchè alcuni dei più belli edifici storici di Firenze avessero quel colore marrone-avana e perchè quando colpiti dalla luce del tramonto si incendiassero di uno splendido colore ocra-giallo-azzurrino, ora lo so.

La Pietraforte, pietra delle case e dei palazzi fiorentini fin dall'XI secolo, è un'arenaria di colore grigio scuro al momento del taglio in cava ed assume, per una reazione chimica del ferro in essa presente, una colorazione marrone chiaro quando viene a contatto con l'aria .

Palazzo Vecchio, Palazzo Medici, Palazzo Strozzi, Palazzo Pitti, Palazzo Uguccioni, , Palazzo Frescobaldi, la chiesa di S. Croce, di S. Maria Novella, di S. Trinita, di Orsanmichele, la Loggia dei Lanzi, Giardino di Boboli sono solo alcuni degli esempi più famosi dell'utilizzo nei secoli della Pietraforte estratta da cave presenti nei dintorni della città.

E' una pietra compatta, poco geliva, molto resistente all'alterazione da parte degli agenti atmosferici e con un carico di rottura estremamente elevato, caratteristiche già conosciute nel Medioevo e nel Rinascimento.
Ormai delle grandi cave di Pietraforte resta ben poco sia per il progressivo esaurimento della materia prima che per vincoli di protezione del paesaggio e spesso vicinanza alle abitazioni.
Una delle ultime che hanno resistito prima di cedere il passo all'abbandono è proprio quella nella quale mi sono imbattuto casualmente mentre facevo ritorno verso casa al termine di un giro per castelli dismessi nella zona.

La sua posizione, praticamente attaccata a delle case abitate, non rende semplice l'esplorazione a chi, come me, porta non solo rispetto ai luoghi abbandonati ma anche a coloro che ci vivono accanto ed ai quali vedere persone sconosciute vicino alle loro abitazioni può generare preoccupazione e timore.

La visita è molto breve e silenziosa, giusto il tempo per scattare alcune fotografie e ricordarsi del duro lavoro di coloro estraevano e lavoravano la pietra.
Riprendo il cammino felice di questa inaspettata esplorazione, non finirò mai di ringraziare l'urbex per le opportunità di conoscenza e cultura che, senza chiedere niente indietro se non il rispetto, mette a disposizione di coloro che vagano per questi luoghi dimenticati da tutti.



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