Questa esplorazione l'ho veramente toppata. Stanchezza e fretta non sono buone compagne dell'urbex e se a loro si aggiunge anche qualche inconveniente tecnico di natura fotografica il pessimo risultato è assicurato.
Per quanto detto ho fatto pochissimo, praticamente niente, per trovare l'accesso al Castelletto, la tenuta di famiglia dove trascorreva le vacanze e dove trovò il 19 ottobre 1815 improvviso perenne tramonto il famoso scienziato ed anatomista Paolo Mascagni
autore di un magnifico trattato sul sistema linfatico umano di fine '700 ed al quale si deve l'identificazione di un importantissimo quanto incostante linfonodo colecistico,
tuttora punto di repere per la chirugia delle vie biliari soprattutto laparosopica, il linfonodo di Mascagni da alcuni chiamato anche linfonodo di Calot.
A dire il vero l'esplorazione non era cominciata malissimo, la visita della antica chiesa e di alcune abitazioni accanto al castello lasciava presagire che il bello sarebbe ancora dovuto arrivare, ma così non è stato, nonostante intravedessi poco lontano la piccola torretta
che sormonta il Castelletto Mascagni ad un certo punto ho deciso malamente che poteva bastare.
Allontanandomi ho avuto un "senso di colpa" ma non avendo più voglia e tempo di tornare indietro ho pensato che l'avrei comunque potuta esplorare dal cielo, scelta perfetta se l'ignobile bip-bip del drone non mi avesse segnalato
che le batterie erano tutte completamente scariche.
Salendo in auto con sconforto e le schede di memorie vuote penso proprio che, viste le condizioni in cui versa la struttura, non avrò molte altre possibilità di poterla incontrare,
mi giro ad osservarla un ultima volta, accendo il motore e con una bella sconfitta in tasca dirigo la prua verso il casello autostradale.
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