Siamo alla fine di una lunga giornata di esplorazioni, le emozioni non sono certo mancate e la fatica ed il caldo consigliano un veloce ritorno a casa immerso nell’abitacolo dell’auto con il condizionatore impostato su “polo nord in inverno”.
L’edificio è sulla strada del ritorno e passandoci davanti decido di attraversarlo in maniera molto veloce, assaporando istintivamente i suoi spazi e le sue storie. Credo sia stata l’esplorazione più veloce che abbia mai fatto.
Affreschi ed imbalsamati sono le istantanee che mi porto dietro e guidando verso casa mi viene da pensare che forse questi due termini sono spesso usati in maniera approssimativa ed un po' impropria, cercherò di colmare questa lacuna.
Imbalsamazione o tassidermia?
La prima è intesa come l’insieme delle tecniche volte ad evitare la decomposizione nella loro interezza dei corpi (umani o animali) dopo la morte, la tassidermia invece è la tecnica di preparazione della sola pelle animale e poi imbottirla (impagliarla) con materiali vari facendo assumere al corpo delle posture credibili e veniva usata in passato per creare degli squallidi “trofei di caccia” oppure per l’esposizione nei musei di scienze naturali. Inutile che mostri tutta la mia disapprovazione per questa tecnica.
Affreschi o pitture murali?
Ormai quando qualcuno descrive dei dipinti su soffitti e pareti di edifici molto vecchi pronuncia sempre il termine affresco, spesso non sapendo che questa è una tecnica, estremamente complicata e difficile, di pittura murale eseguita sull'intonaco fresco di una parete: il colore ne è chimicamente incorporato e diventa parte del supporto stessi potendosi conservare in esso per un tempo illimitato.
La pittura murale a secco o murales viene invece dipinta sul muro asciutto. Lo strato pittorico è riconoscibile nel sottile film di colore depositato (ma non penetrato) sulla superficie muraria già asciutta.
Beh non sarà certamente stata un esplorazione indimenticabile ma ho comunque imparato qualcosa il che fa sempre bene.
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