Urbex è la contrazione di due parole inglesi Urban ed Exploration e possiamo trovarlo scritto anche come UrbEx, UE, i praticanti urbex vengono definiti sempre in lingua inglese urbexer.
Il termine venne coniato nel 1996 dal canadese Jeff Chapman (nome d'arte Ninjalicious) (1973-2005)
che nel primo numero della sua rivista Infiltration lo definisce come l'esplorazione per hobby di aree off-limits di qualsiasi tipo.
Altre definizioni che si possono trovare sono entrare in luoghi dove non dovresti andare ; esplorare strutture che raramente sono viste dal pubblico di tutti i giorni.
Quale che sia la definizione cosa fondamentale è che questi luoghi siano abbandonati e che non vengano adibiti ad alcuna attività od utilizzo e che il primo mantra che un esploratore urbano deve sempre
ricordare è il rispetto.
La storia ha assegnato a Philibert Aspairt (1732-?), un portinaio dell'ospedale parigino Val-de-Grece durante la Rivoluzione,
il titolo di precursore dell'urban exploration. Il suo corpo fu ritrovato nel 1804
a undici anni dalla sua scomparsa dopo essere entrato, non si sa per quale motivo,
nelle catacombe di Parigi attraverso una scala posta nel cortile dell'ospedale stesso.
Fu sepolto nel luogo del ritrovamento e la sua tomba è tutt'ora nella zona interdetta al pubblico.
Si hanno notizie che la pratica di visitare luoghi abbandonati fosse già in voga dalla seconda metà dell'800 e mi sembra che non si sia mai arrestata.
La risposta è no anche se si entra in un area grigia dalle molteplici sfumature.
Ogni struttura che sia abbandonata, fatiscente, rudere e via dicendo ha sempre e comunque dei proprietari, non importa se siano privati oppure enti pubblici, religiosi, finanziari o quant'altro,
praticando urbex si entra in una proprietà altrui. Molti sono gli aneddoti sulla materia che chi pratica urbex potrebbe raccontare sulla questione.
Segnalo 3/tre links dove poter approfondire la tematica.
I vicini e i residenti in zona sono i "custodi" dei luoghi abbandonati e spesso hanno il dito caldo sul cellulare verso la Centrale Unica di Risposta del servizio Emergenza 112.
Valutiamo di volta in volta la situazione ambientale, cerchiamo di non avere atteggiamenti che possono indurre, chi magari ci sta osservando dalle tapparelle semichiuse, a sospetti e dubbi, non ci nascondiamo anche se è buona cosa
cercare di non essere notati mentre si prova ad entrare, noi sappiamo bene che siamo lì senza alcun intento delinquenziale ma gli altri non lo sanno.
Siamo appassionati delle camminate e non parcheggiamo mai proprio davanti o nelle estreme vicinanze, auto mai viste in prossimità di edifici abbandonati generano immediatamente dei sospetti.
La nostra permanenza all'interno è sempre abbastanza breve, giusto il tempo per entrare in sintonia con l'essenza dei luoghi e catturare emozioni fissandole sul sensore dell'apparecchio fotovideo.
Gentilezza, sincerità e molta educazione possono sempre servire se ci trovassimo davanti a qualcuno che non ha apprezzato la nostra presenza (evento in realtà mai capitatoci), siano essi proprietari, vicini o forze dell'ordine.
Se questo dovesse accadere e prima o poi accadrà proveremo a spiegarci con chiarezza, mostrando l'attrezzatura fotovideo, e perchè no,
anche le foto ed i filmati realizzati, penso che questo atteggiamento sia sempre meglio che darsi alla fuga, anche se a volte allontanarsi in fretta diventa una necessità.
PS: Nel caso per la pace di tutti vi venisse chiesto di cancellare le foto fatelo senza problemi, adoro le macchine con doppia scheda...
La risposta è si, ma non sempre e di grado variabile.
Gli infortuni possono ovviamente accadere a volte anche di una certa gravità.
A noi è capitato che cedesse una parte di pavimento e la persona che era nella stanza si è ritrovata al piano di sotto.
Per fortuna erano cantine quindi con soffitti non molto alti, zaino e detriti già presenti hanno attenuato la caduta, l'esplorazione si è conclusa in Pronto Soccorso per accertamenti, danni lievi e niente di grave.
Prima di entrare all'interno esaminiamo attentamente le condizioni esterne,
se possibile anche controllando il tetto con il drone,
mai attraversare le stanze ma camminare lungo i bordi e questo vale anche per le scale, sempre occhi verso i soffitti, buchi, deformazioni e crepe sono indicatori della loro precarietà.
Le strutture urbex sono spesso altamente instabili, pavimenti oscillanti,
soffitti cadenti e mura pendenti costituiscono un grosso pericolo al pari delle scale sia interne che esterne.
Ambienti con cocci di vetro disseminati sul pavimento, assi di legno con chiodi e spunzoni, escrementi umani ed animali, presenza di muffe e funghi, materiali tipo amianto, liquidi infiammabili, sostanze tossiche
di varia natura e sicuramente ne dimentico molti altri.
A volte sono luoghi "abitati" da persone e gruppi non proprio socievoli verso gli esploratori urbani soprattutto se portatori sani di apparecchi fotovideo.
Attenzione alla presenza di cani, randagi e non, che considerano loro quel territorio, anche se so di esploratori urbani che girano con un bell'osso da spolpare nello zaino in caso di dubbi evitiamo di entrare.
Chiunque pratichi urbex deve avere nel proprio bagaglio buon senso, prudenza e precauzione , non è essenziale entrare, lo spirito degli abbandonati si può assaporare anche dall'esterno.
Dotarsi di un kit di primo soccorso è buona cosa e soprattutto non andare mai da soli, in caso contrario comunicare sempre a qualcuno dove siamo diretti, controllare carica e connessione del cellulare.
Guidando, camminando, andando in bicicletta, nuotando è più difficile...avere uno sguardo attento a ciò che incontriamo e resterete sorpresi di quante cose potrete trovare. Se interessati qua troverete suggerimenti e consigli:
Non esiste un dress code, ognuno può andare come meglio crede. Ho visto ed incontrato persone con le infradito, gli short, la canottiera, le scarpe da tennis e quelle con tacco 10.
Per me indipendentemente dalla stagione, scarponcini alti impermeabili da trekking, pantaloni lunghi anti graffio, magliette o camice a maniche lunghe,
guanti, occhiali protettivi e mascherine, non mi faccio mancare delle ampie tasche. Dei bastoncini da camminata possono aiutare in alcuni percorsi e spesso servono anche a nascondere il vero scopo della nostra presenza in quelle zone.
Un robusto e leggero caschetto da arrampicata non serve sempre ma non manca nel bagagliaio della mia auto.
Molte volte sono luoghi poco illuminati ed è necessario avere le mani libere per cui una potente torcia frontale è indispensabile.
Dai cellulari ai banchi ottici tutto va bene, dipende da cosa si vuole e cosa ci si aspetti.
Il mai tanto ringraziato zaino che ormai porta evidenti i segni delle avventure, per le foto usiamo reflex e mirrorless, obiettivi 14-24mm/2.8 e 24 -120mm/4, spesso cavalletto con autoscatto o cavetto e quindi ISO bassi, uso quasi sempre la luce che trovo, non sono un amante del bracketing ed alcune luci sparate
non mi dispiacciono affatto, cerco di non toccare o spostare nessun oggetto,
non creo set di ripresa. Luci artificiali se non in rarissimi casi.
Per i video action cam su supporto gimbal ed illuminatori a led. Ogni tanto ci scappa anche un voletto interno con il drone e più spesso uno esterno.
Ritengo la post produzione elemento imprescindibile del percorso fotografico.
Bella domanda!
Possibilmente mai da soli, io l'ho fatto pochissime volte e nel caso informate sempre altre persone riguardo alla meta della vostra esplorazione, altre con mia moglie, in genere il nostro ormai affiatato gruppetto varia dalle 2 alle 5 persone e non più di due auto.
La sicurezza prima di tutto, cercare di non dare nell'occhio, la calma per poter assaporare i luoghi senza pestarsi i piedi, la possibilità di meditare le inquadrature senza trovarsi poi nel frame la sparata di luce di chi fa i video,
la fotografia è luce ma è il silenzio che la governa. Non ultimo scambiare opinioni, sensazioni e battute, l'ironia è il motore della vita, figuriamoci delle esplorazioni.
Potrebbe sembrare una domanda senza senso ma in realtà ha un suo perchè.
A parte i luoghi che si trovano inaspettatamente, magari durante una camminata nella natura o una gita fuori porta,
e che non permettono di scegliere le tempistiche è buona regola pianificare i giorni ed il meteo delle nostre esplorazioni.
Pioggia e caldo
Le giornate piovose soprattutto prolungate rendono gli edifici in precario equilibrio strutturale ancora più pericolosi in quanto le possibilità di cedimenti aumentano con tale condizione
meteo ed anche se si presentassero in apparente buono stato non dobbiamo mai dimenticare che si tratta di edifici abbandonati e quindi senza alcuna manutenzione da molto tempo.
E' anche vero che con la pioggia vi sono in genere meno persone in giro il che potrebbe rendere l'entrata meno soggetta ad essere osservata.
Il troppo caldo e l'umidità favoriscono la proliferazione di insetti di vario tipo e della vegetazione, a volte ho incontrato dei pruni che sembravano enormi scimitarre, un repellente ed abbigliamento idoneo possono aiutare.
Feriali e festivi
Molto spesso le esplorazioni per motivi di lavoro vengono fatte nei giorni festivi e prefestivi, per alcune locations sono il momento migliore, basti pensare a quelle in prossimità di attività commerciali, scuole, cantieri e via dicendo.
A volte invece per dare meno nell'occhio e confondersi tra la gente può essere più utile esplorare nei giorni lavorativi,
fare finta di niente e con leggerezza e velocità oltrepassare la soglia.
Cose che potete nascondere dentro di voi...Ignoranza, idiozia, stoltezza, spregio, vandalismo, menefreghismo, ladroneria, spirito da imbrattatori e da cacciatori di souvenirs, prima di fare urbex fatevi un bell'esame di coscienza per capire se siete le persone giuste per questa attività.
Cose che invece non potrete nascondere...bombolette spray, pennarelli, coltelli, cacciaviti, picconi, accette, piedi di porco, martelli, seghe, sacchi, lucchetti, insomma tutto l'armamentario del perfetto NON esploratore urbano!
PS: Nel caso foste fermati dalle forze dell'ordine all'interno o appena usciti e vi trovassero addosso aggeggi come quelli sopracitati...cercatevi un buon avvocato!
Assolutamente SI.
Avventura, emozioni, conoscenza, cultura, ricerca, studio, gioia di raccontare con foto,video e testi l'essenza e la storia di questi luoghi, beh mi sembra un ottimo guadagno al netto del tempo speso per cercarli e dei costi sostenuti per muoversi e viaggiare verso di loro.
Se invece "per caso" vi venisse da pensare ad un
qualcosa in moneta francamente non lo so e mi interessa anche nulla, credo però che lo si possa realizzare.
Alcuni vendono libri e stampe fotografiche, qualcuno organizza dei "tour", altri fanno pubblicità alle attrezzature che usano (fotovideo, luci, abbigliamento e così via),
penso che anche coloro che hanno molti followers sui canali video e sui social possano in qualche modo monetizzare la propria "notorietà". C'è anche chi vende le coordinate...che tristezza!
Se avete delle domande alle quali non avete trovato risposte sentitevi liberi di contattarci. Le pubblicheremo in questo spazio con le nostre risposte.