Fabbrica esplosivi Nobel

Il dinamitificio che ha attraversato due guerre mondiali


esplorazione aprile 2024

Luogo: Toscana – Tipologia: Fabbrica – Anno di costruzione: cr. 1912 – Anno di abbandono: cr.1958 – Stato attuale: Degrado, pericolo +++++

Un folto ed immenso bosco contiene ciò che rimane dei circa 100 edifici che componevano una delle fabbriche di esplosivi più importanti in Italia e che ha attraversato le due guerre mondiali.

La sua costruzione iniziò nel 1912 da parte della società fondata da Alfredo Nobel e contribuì in maniera significativa alla vittoria Italiana nella prima guerra mondiale producendo principalmente esplosivi composti da balistite e dinamite per le munizioni dei grossi cannoni di artiglieria.

Venduta alla fine della prima guerra mondiale ad una società italiana tentò la via della sperimentazione chimica, tornando però alla sua originale destinazione con l'avvicinarsi della seconda guerra mondiale. In quel periodo raggiunse il suo massimo sviluppo offrendo lavoro a più di 3500 operaie ed operai che producevano nitroglicerina, nitrocellulosa, balistite, tritolo e polvere B.

Caduta in mano alle truppe tedesche in ritirata nel 1944 fu teatro di un clamoroso sabotaggio da parte di partigiani della zona, che riuscirono a fare esplodere 8 vagoni colmi di tritolo nella vicina stazione paralizzando di fatto l'accesso alla fabbrica, purtroppo non filò tutto liscio e 5 uomini persero la vita in quanto l'esplosione avvenne prima che fossero riusciti ad allontanarsi.

La fine della seconda guerra mondiale segna anche la fine della fabbrica, le munizioni non servono più ed iniziarono i licenziamenti di massa che ridussero i lavoratori a poche centinaia.

Il suo destino era ormai segnato ed a nulla valsero i tentativi di convertire la fabbrica alla produzione di fitosanitari e pesticidi, nel 1958 i suoi cancelli si chiusero per non aprirsi mai più.

Percorro il bellissimo parco in silenzio assaporando i profumi del bosco, mi addentro all'interno di qualche edificio, salgo delle scale malmesse sempre continuando ad immaginare il frenetico lavoro delle migliaia di persone che popolavano questo luogo e dell'ansia che sicuramente le accompagnava mentre preparavano prodotti che erano allo stesso tempo morte per alcuni e sopravvivenza per altri.

Riprendo la strada del ritorno, l'esplorazione è stata piacevole anche se il luogo ricorda momenti bui della nostra storia che non possono essere dimenticati, un gruppetto di margherite sul prato mi ricorda che è primavera, quando tutto rinasce



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